OMOCISTEINA E MALATTIE VASCOLARI
Studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato una relazione tra elevati livelli plasmatici di omocisteina e malattie vascolari.
Patologie cardiovascolari: l’iperomocisteinemia è da molti ritenuta un fattore di rischio per l’arterosclerosi coronarica e l’infarto miocardico (Wald, 2006). Una popolazione di pazienti in cui il rischio cardiovascolare è elevato, e ulteriormente aggravato da elevati valori di omocisteina, è quella dei soggetti che sono stati sottoposti a trapianto cardiaco; sembra infatti chel’iperomocisteinemia che si sviluppa in seguito al trapianto possa favorire l’arterosclerosi del graft, una tra le principali limitazioni della sopravvivenza a lungo termine di questi pazienti (Ambrosi, 1994).
Patologie cerebrovascolari: l’iperomocisteinemia è responsabile di un danno a carico delle piccole arterie cerebrali. Uno studio recente (Martilelli, 2003) ha evidenziato che i pazienti con iperomocisteinemia presentano un rischio 4 volte superiore alla norma di andare incontro a episodi di trombosi dei seni venosi cerebrali.
Studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato una relazione tra elevati livelli plasmatici di omocisteina e malattie vascolari.
Patologie cardiovascolari: l’iperomocisteinemia è da molti ritenuta un fattore di rischio per l’arterosclerosi coronarica e l’infarto miocardico (Wald, 2006). Una popolazione di pazienti in cui il rischio cardiovascolare è elevato, e ulteriormente aggravato da elevati valori di omocisteina, è quella dei soggetti che sono stati sottoposti a trapianto cardiaco; sembra infatti chel’iperomocisteinemia che si sviluppa in seguito al trapianto possa favorire l’arterosclerosi del graft, una tra le principali limitazioni della sopravvivenza a lungo termine di questi pazienti (Ambrosi, 1994).
Patologie cerebrovascolari: l’iperomocisteinemia è responsabile di un danno a carico delle piccole arterie cerebrali. Uno studio recente (Martilelli, 2003) ha evidenziato che i pazienti con iperomocisteinemia presentano un rischio 4 volte superiore alla norma di andare incontro a episodi di trombosi dei seni venosi cerebrali.
CARENZA DI ACIDO FOLICO E IPEROMOCISTEINEMIA NEL PERIODO PRECONCEZIONALE E IN GRAVIDANZA
La gravidanza è un periodo in cui si è più motivati a seguire uno stile di vita sano, dal quale la salute, attuale e futura, della mamma e del bambino traggono vantaggio.
In particolare, un’adeguata alimentazione rappresenta il punto di partenza per una buona gravidanza. La dieta è infatti riconosciuta come uno dei maggiori fattori ambientali in grado di influenzare sia lo sviluppo fetale sia la salute materna che incide, inoltre, tanto nel periodo che precede la gravidanza (fase preconcezionale) quanto sulla gravidanza stessa, con importanti esiti a lungo termine per il nascituro.
Numerosi studi dimostrano che l’alimentazione materna dalla fase preconcezionale al periodo postpartum può influire sulla salute della mamma e del nascituro nonché sugli esiti della gravidanza.
In particolare, il periodo periconcezionale, che include la fase preconcezionale, il concepimento, l’impianto, la placentazione e l’embriogenesi, è critico nel determinare un corretto sviluppo fetale. L’intake e lo stato di micronutrienti nel periodo preconcezionale rivestono un ruolo centrale nel buon andamento della gravidanza, in quanto influenzano la fertilità ed i primi stadi della gravidanza stessa.
Tra i fattori che maggiormente determinano il buon andamento della gravidanza sono da annoverare lo stato corporeo pregravidico e l’aumento di peso in gravidanza. Bisogna ricordare che lo stato nutrizionale della donna incinta è il risultato di alimentazione e stile di vita precedenti. A questo proposito, corrette abitudini alimentari ed un giusto indice di Massa Corporea (IMC o Body Mass Index, BMI) pregravidici influenzano la fertilità, aumentano la possibilità del concepimento e riducono inoltre i rischi di malformazioni fetali.
Dall’alimentazione della mamma dipende: l’esito della gravidanza, la crescita fetale, la qualità del latte e la salute del nascituro fino all’età adulta. Lo stato di salute di un essere umano dipende infatti sia dal patrimonio genetico ereditato dalla famiglia, che dall’alimentazione della madre nei primi mesi della gravidanza.
Questo perché alcune sostanze, come enzimi, aminoacidi e micronutrienti, oltre a favorire l’accrescimento del bambino, l’aumento del suo peso, lo sviluppo della massa ossea e muscolare, agiscono in modo fondamentale anche sul funzionamento degli organi. Esiste quindi una stretta correlazione tra nutrizione pre e post natale e la salute dell’individuo non solo durante l’infanzia, ma anche nell’età adulta: bambini nati sottopeso infatti tendono a sviluppare malattie croniche (malattie coronariche, ipertensione, diabete, disfunzioni del metabolismo lipidico, obesità, ecc.) in età adulta.
In generale quindi, una dieta equilibrata fornisce tutti i nutrienti in quantità adeguata. Tuttavia per alcuni micronutrienti come l’acido folico la supplementazione in gravidanza è fondamentale.
L’ACIDO FOLICO è il micronutriente essenziale per la sintesi del DNA, delle proteine e per la formazione dell’emoglobina. E’ ormai dimostrato che la sua carenza nel periodo periconcezionale e durante la gravidanza si associa a malformazioni del feto, in particolare i difetti del tubo neurale (NTDs) la cui mancata chiusura durante le prime fasi dello sviluppo fetale può portare a malformazioni congenite come la spina bifida e l’anencefalia.
Inoltre, nuovi dati evidenziano un’associazione tra carenza di acido folico e:
Alcuni studi sia in vivo che in vitro hanno dimostrato che non solo la carenza di acido folico ma anche quella di altre vitamine (vitamine B12, B6, B2) e nutrienti quali Zinco e Betaina possono portare a iperomocisteinemia la quale in gravidanza sembra essere associata a:
Le donne che rischiano maggiormente questo tipo di patologie sono:
In particolare, un’adeguata alimentazione rappresenta il punto di partenza per una buona gravidanza. La dieta è infatti riconosciuta come uno dei maggiori fattori ambientali in grado di influenzare sia lo sviluppo fetale sia la salute materna che incide, inoltre, tanto nel periodo che precede la gravidanza (fase preconcezionale) quanto sulla gravidanza stessa, con importanti esiti a lungo termine per il nascituro.
Numerosi studi dimostrano che l’alimentazione materna dalla fase preconcezionale al periodo postpartum può influire sulla salute della mamma e del nascituro nonché sugli esiti della gravidanza.
In particolare, il periodo periconcezionale, che include la fase preconcezionale, il concepimento, l’impianto, la placentazione e l’embriogenesi, è critico nel determinare un corretto sviluppo fetale. L’intake e lo stato di micronutrienti nel periodo preconcezionale rivestono un ruolo centrale nel buon andamento della gravidanza, in quanto influenzano la fertilità ed i primi stadi della gravidanza stessa.
Tra i fattori che maggiormente determinano il buon andamento della gravidanza sono da annoverare lo stato corporeo pregravidico e l’aumento di peso in gravidanza. Bisogna ricordare che lo stato nutrizionale della donna incinta è il risultato di alimentazione e stile di vita precedenti. A questo proposito, corrette abitudini alimentari ed un giusto indice di Massa Corporea (IMC o Body Mass Index, BMI) pregravidici influenzano la fertilità, aumentano la possibilità del concepimento e riducono inoltre i rischi di malformazioni fetali.
Dall’alimentazione della mamma dipende: l’esito della gravidanza, la crescita fetale, la qualità del latte e la salute del nascituro fino all’età adulta. Lo stato di salute di un essere umano dipende infatti sia dal patrimonio genetico ereditato dalla famiglia, che dall’alimentazione della madre nei primi mesi della gravidanza.
Questo perché alcune sostanze, come enzimi, aminoacidi e micronutrienti, oltre a favorire l’accrescimento del bambino, l’aumento del suo peso, lo sviluppo della massa ossea e muscolare, agiscono in modo fondamentale anche sul funzionamento degli organi. Esiste quindi una stretta correlazione tra nutrizione pre e post natale e la salute dell’individuo non solo durante l’infanzia, ma anche nell’età adulta: bambini nati sottopeso infatti tendono a sviluppare malattie croniche (malattie coronariche, ipertensione, diabete, disfunzioni del metabolismo lipidico, obesità, ecc.) in età adulta.
In generale quindi, una dieta equilibrata fornisce tutti i nutrienti in quantità adeguata. Tuttavia per alcuni micronutrienti come l’acido folico la supplementazione in gravidanza è fondamentale.
L’ACIDO FOLICO è il micronutriente essenziale per la sintesi del DNA, delle proteine e per la formazione dell’emoglobina. E’ ormai dimostrato che la sua carenza nel periodo periconcezionale e durante la gravidanza si associa a malformazioni del feto, in particolare i difetti del tubo neurale (NTDs) la cui mancata chiusura durante le prime fasi dello sviluppo fetale può portare a malformazioni congenite come la spina bifida e l’anencefalia.
Inoltre, nuovi dati evidenziano un’associazione tra carenza di acido folico e:
- Ritardo della crescita intrauterina IUGR – Importanti teorie della eziopatogenesi della IUGR sono basate sulla presenza di lesioni del letto placentare che diviene incapace di sostenere i bisogni nutrizionali del feto
- Parto prematuro
- Anemia megaloblastica nella madre
Alcuni studi sia in vivo che in vitro hanno dimostrato che non solo la carenza di acido folico ma anche quella di altre vitamine (vitamine B12, B6, B2) e nutrienti quali Zinco e Betaina possono portare a iperomocisteinemia la quale in gravidanza sembra essere associata a:
- difetti del tubo neurale (NTDs) e difetti congeniti al cuore (CHDs) legati specificatamente alla carenza di vitamina B12 che porta a iperomocisteinemia considerata agente teratogeno
- lesioni placentari che possono portare al distacco placentare e all’aborto
- pre-eclampsia ricorrente – Gli aborti precoci potrebbero essere causati con un danno a livello dei vasi corionici e deciduali che portano ad un difetto di impianto dell’embrione
- trombosi venosa
Le donne che rischiano maggiormente questo tipo di patologie sono:
- quelle in terapia con estro progestinici: in queste donne è frequente riscontrare una diminuzione di livelli sierici di B12 e acido folico.
- quelle che seguono una dieta vegetariana stretta (carenza di B12)
- quelle con gravidanze ravvicinate
- quelle con gravidanze multiple
- le adolescenti